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DENTRO IL LIBRO                                                           PAROLE PER CRESCERE
                                                                                                                NEL MONDO

                 GLI SCORPIONI                                GLI EPISODI
                                                              ASCOLTA



                 Un giorno trovai nel muro un grosso scorpione femmina che
                 aveva aggrappati al dorso una decina di piccoli. Estasiato da
                 quella famiglia, decisi di portarmeli tutti a casa di nascosto e di
                 tenerli in camera mia per vederli crescere.

                 Con cura infinita riuscii a introdurre madre e figliolanza in una
                 scatola di fiammiferi, poi corsi a casa. Disgraziatamente, pro-

                 prio mentre varcavo la soglia, fu portato il pranzo in tavola;
                 sicché posai la scatolina sulla mensola del camino nel salotto e
                 andai in sala da pranzo a raggiungere gli altri.
                 Finito il pranzo, mio fratello Lerry andò in salotto per accen-

                 dere il camino, prese la scatola di fiammiferi e l’aprì.
                 Lo scorpione femmina non aveva cattive intenzioni. Era agi-
                 tato e un po’ seccato di stare rinchiuso da tanto tempo, così

                 colse la prima occasione per darsi alla fuga. Scavalcò rapida-
                 mente il bordo della scatola, coi suoi piccoli aggrappati forte
                 su di lei, e sgambettò sul dorso della mano di mio fratello. Qui

                 si fermò col pungiglione ricurvo all’insù in posizione di aller-
                 ta. Lerry abbassò gli occhi, e da quel momento le cose preci-
                 pitarono. Lui ruggì di terrore, la cameriera si lasciò scappare

                 un piatto dalle mani e Roger, il mio cane, uscì da sotto il ta-
                 volo abbaiando come un forsennato. Con uno scatto della
                 mano, Lerry fece volare lo sventurato scorpione sul tavolo,
                 e quello cadde vicino alla mano di mio fratello Leslie semi-

                 nando i piccoli mentre atterrava sulla tovaglia. Leslie balzò
                 in piedi, rovesciando la sedia, e sventolò disperatamente il
                 tovagliolo, facendo rotolare lo scorpione lungo la tovaglia.

                 Mia sorella, in un vano tentativo di fermare l’avanzata dello
                 scorpione, gli scagliò addosso un bicchiere d’acqua.
                 Mentre tutti quanti, frementi di paura, si ritiravano in salotto,

                 io passai mezz’ora a radunare i piccoli, a raccoglierli con un
                 cucchiaino e a rimetterli sul dorso della madre. Poi li portai
                 fuori e li lasciai liberi sul muro del giardino.

                 Il mio cane e io passammo il pomeriggio sulla collina, perché
                 mi parve prudente lasciare che la famiglia si riposasse un
                 po’ prima di rivedermi.



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