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UNA MAGNIFICA IDEA
Era un bel mattino d’estate, caldo e pieno di sole.
Almeno, per quanto caldo ci potesse essere
nell’Era Glaciale, migliaia di anni fa.
Nelle caverne degli uomini e delle donne di
Neanderthal c’era il solito trambusto mat-
tutino. Alcuni prendevano le lance per
mettersi in marcia, altri si incamminavano
verso i boschi per far legna, altri ancora
raggiungevano il fiume con vasi d’argilla
per fare scorte d’acqua.
Con una mattina così bella erano tutti sor-
ridenti e allegri.
Tutti tranne Pokonaso. Il bambino se ne
stava seduto vicino all’entrata della sua ca-
verna, si annoiava e arricciava il naso, che
era piccolo come un lampone, a differenza
di quello degli altri della sua gente. Proprio per
questo era stato chiamato Pokonaso.
Per trovarsi qualcosa da fare, il bambino si mise a
gironzolare nella caverna, poi provò a giocare, pensò anche
di cantare una canzone, finché decise di andare nel bosco.
Pokonaso camminava lungo la riva del fiume a testa china quando sentì
un rumore. Tutti i bambini di Neanderthal avevano imparato che i rumori,
specialmente nei boschi, potevano significare pericolo. Pokonaso alzò
la testa e cercò un albero su cui salire.
Ma i rumori non sembravano molto pericolosi. Non si sentiva né gru-
gnire, come fanno gli orsi, né ruggire, come fanno le tigri dai denti a
sciabola. Si sentiva solo un gran squittire e stridere, e avevano tutta
l’aria di essere rumori gioiosi.
Pokonaso avanzò silenziosamente verso l’argine del fiume, da dove i
rumori provenivano. A un certo punto si trovò di fronte a uno spetta-
colo meraviglioso: una famiglia di lontre stava giocando.
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