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ORA SO COME FUNZIONA                                     IL RACCONTO D’AVVENTURA







                  Leggi il testo, poi applica le tue conoscenze sul racconto d’avventura

                  per svolgere le attività.



                                       INCONTRO CON LO YETI




                  La tormenta ci colse lungo il pendio della montagna. Scavammo una

                  buca nella neve e restammo rannicchiati lì per ore, sentendo la neve
                  accumularsi sopra di noi. Quando minacciò di seppellirci, dovem-
                  mo sbucare fuori e proseguire.
                  Cominciò a calare la notte. Solo il biancore della neve illuminava
                  quel mondo desolato. Vedemmo le sagome di alcune baite. Oc-
                  cupammo la più grande e zio Sung accese il fuoco.
                  Il vento ululava colpendo la finestra come un animale infuriato

                  e la neve si accumulava giorno dopo giorno. Poi una mattina ci
                  svegliammo immersi in una tranquillità meravigliosa. Il cielo era
                  azzurro e il vento ridotto a un bisbiglio.
                  Eravamo pronti a partire, quando vidi due musi grigi alla finestra.
                  A bocca aperta mi fissavano con occhi freddi e crudeli.
                  Zio Sung gridò e agitò il bastone come un pazzo: – Lupi! Ce ne
                  saranno una decina lì fuori ad aspettare. Dobbiamo stare fermi.
                  Per tutto il giorno li sentimmo vagare intorno alla baita. Spesso
                  attaccavano la porta raspando con violenza. La sera ulularono terri-

                  bilmente e io mi addormentai con quella ninna nanna atroce.
                  Quando mi svegliai, zio Sung era vicino alla finestra, con il carico già sulle spalle.
                  – È dall’alba che faccio la guardia e di loro non c’è più traccia – mi disse. – Tu, ra-
                  gazzo, resterai qui. Io sarò di ritorno domani con il cibo.
                  Dopo un po’, decisi che potevo uscire anch’io senza pericolo. Accatastai un muc-
                  chio di legna, quando vidi delle nuove impronte. Pensai che zio Sung fosse tornato.
                  Spalancai la porta, ma l’essere chino sul fuoco non era un uomo. Era una creatura

                  gigantesca, ricoperta di pelo rossiccio dalla testa ai piedi. Il naso piatto mostrava
                  due narici che erano poco più di due buchi. Sotto le folte sopracciglia gli occhi erano
                  penetranti e intelligenti. Era uno yeti.
                  Venne verso la porta, poi si fermò a osservarmi, prima di voltarsi e andarsene.
                  Ricordo che provai un senso di tristezza nel vederlo andare via, non sollievo per lo
                  scampato pericolo, piuttosto la sensazione di aver sprecato un’occasione...

                                                              Michael Morpurgo, La valle tra le nuvole, Emme Edizioni


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