Page 47 - InvestigaTesto_Antologia5
P. 47
IO, TU,
NOI
Il giardino stregato attendeva paziente la sua vittima. Un calcio
un po’ più forte, il portiere che respingeva male con il pugno, un
rimbalzo, un urto e il pallone piombava nel giardino maledetto.
Ci arrampicavamo sul muro, di corsa. E lo vedevamo sgonfiarsi
su un cactus o su un sasso-killer. I nostri occhi si riempivano
di lacrime. La signora Somaruga usciva subito in vestaglia con
un ghigno crudele, prendeva il mezzo palloncino sgonfio e ce
lo rimandava sempre con le stesse orrende parole di scherno
“To’, facci un cappellino!”, aggiungendo una risata diabolica.
Poi faceva una carezza al cactus dicendogli “Bravo, Antonio” e
scompariva nella sua casa urlando “Andate a giocare in un’al-
tra strada!”.
Si dice che, appena il pallone varcava il recinto, suonasse un
segnale d’allarme, così la strega poteva correre alla finestra e
assistere al delitto.
Un mio amico, tale Berardini, giura che nel giardino della So-
maruga di via Ranzani c’erano due cactus semoventi che la si-
gnora spostava con carrelli telecomandati per poter forare il
pallone al volo.
Nessuno, nessuno poteva sfuggire alla maledizione!
Stefano Benni, da «Linus»
LESSICO
Prova a spiegare il significato delle parole ghigno e scherno, tenendo conto delle frasi in cui
sono inserite. Osserva anche con attenzione la scena illustrata.
...................................................................................................................................................................................................................
...................................................................................................................................................................................................................
...................................................................................................................................................................................................................
45