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IO, TU,
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                           VALENTINA BABY-SITTER




                 Al piano sopra il nostro abitano Genoveffa e suo figlio Sergio, che ha tre anni e sem-
                 bra che abbia le molle nelle gambe. Salta dappertutto e rovescia sedie e tavolini.
                 Tre giorni fa Genoveffa mi ha detto: – Valentina, che ne dici di intrattenere Sergio
                 per un’ora mentre faccio la spesa? Mi raccomando: non aprire a nessuno.
                 Appena mi ha vista, Sergio mi ha guardata con sospetto. Poi se n’è andato

                 nel salotto, saltellando e dimenando le braccia. Poi si è arrampicato
                 su una poltrona e ha cercato di mettersi a cavalcioni della spalliera.
                 – Attento, può capovolgersi! – ho gridato. E sono corsa rapida-
                 mente a sedermi sulla poltrona.
                 – Vai a casa – ha borbottato lui.
                 – Devo stare con te finché non torna tua madre, perciò vediamo
                 di divertirci. Perché non giochiamo a nascondino?

                 – Io mi nascondo e tu chiudi gli occhi – ha detto allora Sergio.
                 Ho chiuso gli occhi, ho contato fino a cinquanta, poi ho detto a
                 voce alta: – Comincio a cercarti!
                 Ho guardato prima nel salotto. Poi sono andata nella came-
                 ra da letto e ho controllato sotto il letto, dentro l’armadio e
                 nell’angolo tra l’armadio e il termosifone.
                 Sono andata nel bagno, ma anche lì non c’era. Sono passata
                 nella sua camera, ho guardato sotto il lettino e sotto la scriva-
                 nia, ma di Sergio non c’era nemmeno l’odore.

                 – Sei furbo! – ho esclamato e mi sono diretta in cucina. Trovan-
                 domi a mani vuote, ho sentito un pizzicorino lungo la schiena.
                 Poi una luce si è accesa nel mio cervello e sono andata sul bal-
                 cone della cucina. Sul balcone c’era un armadio di ferro: Sergio
                 era lì dentro, addormentato con la testa su un sacco di patate.
                 L’ho preso in braccio e l’ho portato nel suo lettino.

                         Angelo Petrosino, Valentina, Il Battello a Vapore. Piemme Junior


               Life Skills


                          Sto crescendo                                                              SCRIVERE


                Prendersi cura di un bambino più piccolo, in assenza di adulti,                   Immagina che Sergio,
                è una grande responsabilità! A te è mai capitato di doverlo                     invece che nell’armadio
                fare? In quale occasione? Sei stato felice di “meritare” tanta                  del balcone, si nasconda
                fiducia da parte degli adulti o temevi di non essere all’altezza?               altrove (sotto al letto, nella
                Se ancora non ti è capitato, saresti pronto ad affrontare                       doccia...), poi scrivi un
                questa bella “prova di crescita”?                                               finale diverso sul quaderno.


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