Page 104 - compiti per estate italiano4 con narrativa
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Nemmeno a casa riuscivo a riposare. Tranne
              il mercoledì, giorno di festa come per noi la
              domenica, si presentava sempre qualcuno a
              vedermi: parenti, conoscenti, vicini, persino

              qualche nobile signore. Erano tutti contenti di
              sborsare la cifra che il mio padrone chiedeva
              per soddisfare la loro curiosità. Alla fine il fat-
              tore capì che io rendevo di più dei suoi campi
              d’orzo e decise di portarmi in città.
              Il 17 agosto, esattamente due mesi dopo il mio

              arrivo nella terra di Brobdingnag, partimmo
              per la capitale: il mio padrone, sua figlia e io,
              dentro una scatola nuova, per fortuna meglio
              imbottita. Era un viaggio di circa cinquemila

              chilometri e facemmo sosta in diciotto città e
              innumerevoli villaggi e castelli e fattorie... insom-
              ma dovunque io potessi esibirmi a pagamento.
              Ogni tanto la mia piccola balia insisteva perché ci
              fermassimo in aperta campagna, per farmi riposare
              qualche ora.

              – Ecco, ora puoi sgranchirti un po’ – mi diceva
              togliendomi dalla scatola.
              E io potevo fare quattro passi lì intorno e prendere
              una boccata d’aria, ma sempre assicurato a una
              specie di guinzaglio: una cosa molto umiliante.




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