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VIAGGIO
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                 TORNATE DA AUSCHWITZ




                 “Quella sera del 28 marzo del 1944 eravamo a letto, erano le
                 nove passate. Mamma ci svegliò e ci vestì in fretta. In soggior-                                                Educazione civica
                 no c’erano molte persone, una di loro con un cappotto lungo.
                 Nonna lo implorava di lasciare a casa almeno noi bambini.
                 L’ultimo ricordo è la luce della nostra casa. Poi siamo uscite al
                 buio e ci hanno caricati su un camion” racconta Tatiana.
                 Tatiana Bucci aveva sei anni, e sua sorella Andra quattro, quan-

                 do le catturarono per portarle nel campo di concentramento di
                 Auschwitz, in Polonia. Figlie di un papà cattolico e di una ma-
                 dre ebrea, sono due dei 50 bambini sopravvissuti.
                 Ogni anno tornano ad Auschwitz, nella baracca dove hanno
                 vissuto dal 4 aprile 1944 al 27 gennaio 1945.
                 Tatiana, Andra, il cugino Sergio, la nonna, la zia e la mamma
                 finirono nel campo di concentramento. Il papà invece era pri-

                 gioniero in Sud Africa.
                 Mamma e zia finirono in una baracca poco distante dalle bam-                       imparIAMO insieme
                 bine, ma riuscirono a vedersi poche volte.                                     Leggete insieme in classe
                 “Ricordo solo il freddo... Avevamo vestiti larghi e scarpe senza              l’articolo 3 e l’articolo 19
                 calze. Non ci rendevamo conto di ciò che ci stava accadendo.”                 della Costituzione italiana
                 Dopo la liberazione furono portate in un orfanotrofio in In-                  e poi, tra voi, preparate un
                 ghilterra. “Sapevamo il nostro nome, ma avevamo dimentica-                    cartellone intitolato “Mai
                 to l’italiano: parlavamo in tedesco e in ceco. Quando mamma                   più”: riportate il testo dei
                 seppe che eravamo in Inghilterra, rimase incredula: ci spedì                  due articoli e arricchite il
                                                                                               vostro lavoro con commenti
                 una foto di lei e papà. Li riconoscemmo subito.”                              personali e disegni.
                                                 da www.focusjunior.it, 23 gennaio 2021




                 IL GIORNO DELLA MEMORIA

                 Tra il 1935 e il 1945, milioni di persone innocenti sono state

                 deportate nei campi di prigionia, di concentramento
                 e di sterminio.
                 Il 27 gennaio si ricorda la Shoah, cioè lo sterminio del popolo
                 ebraico, la persecuzione di chi ha subito la deportazione,

                 la prigionia e la morte, e si celebrano coloro che li hanno
                 protetti mettendo a rischio la vita. Quella data è stata
                 scelta perché proprio il 27 gennaio del 1945 i soldati russi
                 liberarono i prigionieri del campo di Auschwitz, in Polonia.



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