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10    Nona si voltò verso la porta.                                                       LA MIA PROVA
                       – Una volta mi ha inseguita fuori dal negozio! – disse Belinda.
                       – Se ti conosco bene, stavi toccando i libri con le tue manacce sporche – com-
                       mentò Tom.
                       Nona ci pensò su e poi tornò di sopra a lavarsi le mani. Più pallida che mai ma
                 15    a testa alta, uscì e chiuse la porta dietro di sé.



                       Il cuore di Nona batteva forte, ma... “Una volta che cominci a essere coraggio-
                       sa, devi andare avanti”, pensò. Tremava quando arrivò alla libreria. Forse si
                       aspettava di incontrare un orco vero, ma tutto ciò che vide nel negozio erano
                 20    libri, cataste e scaffali di libri, libri sulle mensole e sui tavoli, libri impilati sul
                       bancone. Sopra la vetrina del negozio c’era scritto W. Twilfit, Libraio ma, pur
                       sbirciando e scrutando, Nona non vide segni di vita.
                       Quando entrò, il campanello suonò, facendola trasalire. Con molta circospe-

                       zione Nona si fece avanti tra i tavoli e trasalì di nuovo quando vide un uomo
                 25    anziano e molto alto che la guardava. Nell’ombra del negozio appariva parti-
                       colarmente grosso e allarmante; la zazzera di capelli grigi lo faceva sembrare
                       ancora più alto di quanto non fosse, ma la cosa più spaventosa di lui erano le
                       sopracciglia, folte e ispide come due grigi bruchi pelosi. Quando vide che la
                       stava guardando, Nona si immobilizzò come un topo preso in trappola.
                 30    – Che cosa vuoi? Eh?
                       La sua voce era così grossa che sembrava tuonare nel negozio.
                       – Per favore, – Nona disse a fatica – per favore, ha un libro intitolato “100 modi
 BUON LAVORO!          per costruire una casa giapponese”?
 BUON LAVORO!
                       – Non ho nessun libro del genere.
                 35    Oltre a essere un tuono, la voce era anche arrabbiata. Nona si aggrappò al bor-
                       do di un tavolo.
                       – Ma Tom ha detto...
                       – Tom si sbaglia.
                       Le lacrime di vergogna erano di nuovo vicine. Nona chinò il capo su un libro e

                 40    girò una pagina.
                       – NON TOCCARE! – urlò Mr Twilfit.
                       Questa volta Nona fece un salto così alto che si morse la lingua, e il dolore e lo
                       spavento la fecero parlare prima di pensare.
                       – Posso toccare? – chiese. – Mi sono lavata le mani prima di venire!
                 45    Allora non sapeva che, quando le sopracciglia di Mr Twilfit andavano su e giù,
                       in quel modo che sembrava tanto terrorizzante, significava che era compiaciuto.
                       Adesso stavano andando su e giù.
                       – Te le sei lavate? – disse, come se non le credesse.

                       Per tutta risposta, Nona gli mostrò i palmi sollevati. Mr Twilfit si chinò e li os-
                 50    servò; poi le prese una mano e sentì che Nona stava tremando.


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