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LA MIA PROVA





                                  – Non avevo idea che ci potesse essere un bambino o una bambina in questa
                                  città – disse – che si lava le mani prima di toccare i libri. Ti chiedo scusa, Missy.
                                  Il tono era quasi dolce, adesso. Un tempo, Ayah, la tata di Nona quando viveva
                                  in India, la chiamava “Missy”. Era troppo: Nona scoppiò in lacrime.
                           55     – Deve proprio essere giapponese? – chiese Mr Twilfit.
                                  – È per, sniff, le mie bambole giapponesi, sniff – disse Nona.

                                  – E vuoi farle sentire a casa – disse Mr Twilfit, e guardò fuori dalla finestra. Poi
                                  aggiunse: – Quando ero bambino, sapevo che cosa volesse dire essere molto
                                  lontano da casa.
                           60     Mr Twilfit non aveva cacciato Nona dal negozio. L’aveva portata invece nella
                                  stanza sul retro e l’aveva fatta sedere alla sua scrivania, mentre lei gli raccon-
                                  tava tutto di Fiore e Felicità, le sue bambole. Le sopracciglia gli andavano su
                                  e giù intanto che lei raccontava dall’inizio, quando il postino aveva portato il

                                  pacco, fino ad arrivare a “100 modi per costruire una casa giapponese”.
                           65     – Temo di averti detto la verità, prima – disse Mr Twilfit. – Non esiste un libro
                                  simile. Però ce ne sono altri. Sai leggere? – chiese bruscamente.
                                  – Certo – disse Nona.
                                  – Leggere veramente?
                                  Era l’unica cosa che Nona era abbastanza sicura di saper fare, così annuì.
                           70     Mr Twilfit si alzò e rientrò nel negozio; Nona lo sentiva rovistare e sfilare libri
                                  dagli scaffali.
                                  – Questo si chiama “Case e giardini giapponesi” – disse, portandole un libro.

                                  Era grande quasi la metà di Nona. Lei fece un bel respiro.
                                  – Non credo di poter pagare un libro così grosso – disse.
                           75     – Sono quasi tutte figure. Potrebbe esserti utile – disse Mr Twilfit, come se lei
                                  non avesse parlato.
                                  Tornò nel negozio. Trovò un altro libro intitolato “Usanze del Giappone antico”;
                                  poi uno su come i giapponesi sistemano i fiori, e un libro di fiabe giapponesi
                                  con altre figure. – Utili – disse Mr Twilfit.
                           80     – Non so bene come funziona il denaro qui – disse Nona. – Il denaro indiano è

                                  un po’ diverso.
                                  E mise sulla scrivania tutti i suoi soldi di Natale, una banconota da dieci scelli-
                                  ni, qualche mezza corona, scellini sparsi, monete da sei pence e qualche penny.
                                  – Basterà?
                           85     – Non puoi comprare questi libri – disse Mr Twilfit. – È fuori questione. Costa-
                                  no un sacco di soldi. Starai bene attenta se te li presto?
                                  – Starò molto attenta – disse Nona, e i suoi occhi castani scintillarono.
                                  – Allora dammi il tuo nome e l’indirizzo.

                                  – Nona Fell – disse Nona, sognante. Stava pensando a quando avrebbe letto
                           90     quei libri. – Piantagione di Coimbatore, vicino a Travancore, India del Sud.




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