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LA MIA PROVA




                        – Ti trovi in Inghilterra – disse Mr Twilfit dolcemente. – Il tuo indirizzo qui?
                        Nona lo guardò e la luce svanì dai suoi occhi. Si sarebbe scavata un buco
                        nel pavimento per la vergogna; anche i bambini piccoli sanno il proprio
                        indirizzo, ma lei era stata portata nella nuova casa quasi come fosse stata
                 95     un bagaglio, e non aveva mai pensato a scoprire il suo indirizzo.
                        – Non lo so – fu costretta a sussurrare.
                        – Capisco. Non ti interessava – disse Mr Twilfit, e Nona annuì, presa da un

                        altro attacco di lacrime.
                        – È lontano? – chiese Mr Twilfit.
                 100    – È subito qui sulla strada.
                        – Andiamo, allora – disse Mr Twilfit.


                        – Oh, perbacco! – esclamò Belinda, che stava guardando da una delle fi-
                        nestre che davano sulla strada. – Guardate, Nona e Mr Twilfit.

                 105    Tutti si affollarono alla finestra per vedere.
                        – Lui ha un bel mucchio di libri – disse Anne.
                        – Lo sta portando qui! – disse Belinda.
                        – Be’, accidenti! – disse Tom.
                        In realtà fu la mamma che lo portò dentro, perché fu lei ad aprire la porta.
                 110    – Nona, cominciavo a preoccuparmi...
                        Poi si interruppe: – Vedo che hai trovato un amico.
                        – Ah sì? – chiese Nona. Non aveva pensato di avere un amico in Inghilter-
                        ra, ma sembrava proprio che fosse così quando Mr Twilfit entrò e si sedet-

                        te e prese una tazza di caffè.
                 115    Da allora tutti i giorni dal davanzale della finestra della stanza dei giochi
                        sbucavano tre teste: quella bruna di Nona, seduta a gambe incrociate, chi-
                        na su uno dei libri di Mr Twilfit, e dietro di lei due testoline molto piccole
                        e nere: quelle di Fiore e Felicità. Nona aveva fatto per loro due cuscini con
                        pezzi di vecchi fiocchi per capelli; Felicità aveva un cuscino rosso, Fiore un
                 120    cuscino azzurro pallido.

                        – Mi piace di più il mio – disse Fiore; poi si preoccupò, nel caso che a Fe-
                        licità non piacesse il suo, ma Felicità disse: – A me piace il mio.
                                                                  Rumer Godden, Bambole giapponesi, Bompiani



















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