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FANTASTICANDO



                       IL TROLL CHE NON SORRIDEVA MAI




                 Trillo era un troll serio serio e non era affatto carino. Non è che
                 fosse un brutto troll: aveva mani e piedi con quattro dita, un lun-
                 go naso bitorzoluto e una coda folta, come ogni troll.
                 Era socievole e gli sarebbe piaciuto fare amicizia con gli abitanti
                 del bosco ma, se incontrava una lepre, quella storceva il naso e

                 saltava via; le volpi si giravano dall’altra parte, le rane smetteva-
                 no di gracidare e gli uccelli volavano sui rami più alti.
                 Trillo ci stava male perché, anche se non sorrideva, non era cattivo.
                 Pensò che gli animali lo evitassero perché era brutto. Per farsi bel-
                 lo si mise del muschio sulla testa e in faccia, l’attaccò col fango sul
                 corpo e vi infilò rametti e foglie; piantò fiori in testa e sulla coda.
                 Si specchiò nell’acqua di uno stagno e si trovò molto bello.

                 Le rane, però, impaurite, si tuffarono nello stagno. Lepri e volpi
                 fuggirono e gli uccelli si nascosero sugli alberi.
                 Deluso e dispiaciuto, Trillo si sedette sulla riva di un laghetto,
                 dove precipitava allegra l’acqua di una cascatella.
                 – Tutti mi rifuggono: sono così brutto? – chiese all’acqua.
                 – No, – gli rispose la cascatella – il fatto è che non sorridi mai.
                 Prova ogni tanto: il sorriso è la migliore cura di bellezza.
                 Trillo la ringraziò, tirò via muschio e rametti e si mise a fare
                 prove per confezionare un bel sorriso. Siccome non ne aveva

                 mai fatto uno, i primi non vennero bene: sembravano smor-
                 fie. Poi riuscì a produrre una specie di sorriso amichevole.
                 Con quell’espressione, si incamminò e incontrò una lepre.
                 – Ciao, troll! – gli disse quella, senza fuggire.
                 Meravigliato, Trillo sgranò gli occhi e la sua bocca si aprì
                 in un bel sorriso: il suo primo vero sorriso.

                       Stefano Bordiglioni, Storie sotto il letto per dormire... quasi tranquilli,
                                                                    Einaudi Ragazzi

                         CAPIRE                                                                        LESSICO


                      Riordina le sequenze narrative numerandole.                                   Troll, elfi, folletti: quali
                                                                                                  sono le differenze
                         La cascatella suggerisce al troll di provare a sorridere.
                                                                                                  tra queste creature
                         Un troll è molto triste perché tutti lo evitano.                         fantastiche? Consulta
                                                                                                  il dizionario e fai una
                         Il troll impara a sorridere e fa amicizia con gli animali del bosco.     ricerca in Internet con
                                                                                                  l’aiuto di un adulto.
                          Il troll cerca di migliorare il suo aspetto, ma non serve a nulla.


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