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IO, TU, NOI





                                                          TONINO L’INVISIBILE




                                                     Una volta un ragazzo di nome Tonino andò a scuola pur non
                                                     sapendo la lezione e temeva che il maestro lo interrogasse.
                                                     “Ah,” diceva tra sé “se potessi diventare invisibile...”
               Il tempo                              Il maestro fece l’appello e, quando arrivò al nome di Tonino, il
                                                     ragazzo rispose: – Presente!
                1    Le vicende immaginarie          Ma nessuno lo sentì e il maestro disse: – Peccato che Tonino
               di questo racconto sono               non sia venuto, avevo giusto pensato di interrogarlo.
               ambientate in un tempo:
                                                     Così Tonino comprese di essere diventato invisibile, proprio
                   indefinito                        come aveva desiderato.
                   definito                          Per la gioia spiccò un salto dal suo banco e si aggirò qua e là
                                                     per la classe tirando i capelli a questo e a quello.
                2   In questo caso,                  Nascevano rumorose proteste, litigi a non finire. Gli scolari si
               i fatti avvengono:                    accusavano l’un l’altro di quei dispetti e non potevano sospet-

                   in un passato imprecisato         tare che la colpa era invece di Tonino l’invisibile.
                   in un futuro immaginario          Quando si fu stancato di quel gioco, Tonino uscì dalla scuola e
                                                     salì su un filobus, naturalmente senza pagare il biglietto. Sce-
               Sottolinea all’inizio
               del racconto le parole                se in centro, si infilò in una pasticceria e cominciò a servirsi a
               che te lo fanno capire.               volontà di bignè e pasticcini.
                                                     La commessa, che si vedeva sparire le paste dal banco, diede
                                                     la colpa a un signore che stava comprando delle caramelle.
                                                     Il signore protestò: – Io un ladro? Lei non sa con chi parla!

                                                     Fu una lite spaventosa.
                                                     Poi Tonino si avviò verso la scuola, per assistere all’uscita dei
                                                     suoi compagni, ma essi non lo videro affatto.
                                                     Stanco e un po’ scoraggiato, rincasò. Sua madre era al balcone
                                                     ad aspettarlo.
                                                     – Sono qui, mamma! – gridò Tonino.


























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