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IL  R A CC O N T O  D ’ A V V E N T U R A
                                                                                             IL RACCONTO D’AVVENTURA


                  La accesi, cercando di tenerla bassa, sempre per non svegliare                        Che cosa VUOL DIRE?
                                                                                                                   V
                                                                                                                                 ?
                                                                                                                           DIRE
                                                                                                                     UOL
                  gli idem come sopra; e avanti, zitte zitte.
                  C’era un silenzio! Da tagliare con il coltello, come si dice. Pareva                    	Insieme	alle	compagne
                                                                                                          e	ai	compagni,	cerca
                  di essere al centro della Terra. Abbiamo fatto ancora un po’ di                         di	spiegare	che	cosa
                  passi nella nuova direzione che la galleria aveva preso ma...                           significa	l’espressione
                  Stop di nuovo!                                                                          idem come sopra,	che
                  – E adesso perché ti fermi? – domandò Ippolita.                                         vedi	colorata	nel	testo.
                  – C’è un muro, non si può proseguire.                                                   Poi	rifletti:	chi	sono	gli
                  – Siamo arrivate in fondo, allora.                                                      “idem	come	sopra”?
                  – No, è aperto. Cioè, il muro mi arriva solo alla vita. Aspetta,
                  ora guardo meglio...

                  Alzai il raggio della torcia, mentre Ippolita per la curiosità
                  dimenticava gli idem come sopra e si faceva avanti anche lei.
                  Così abbiamo guardato insieme e siamo rimaste senza fiato.
                  Al di là di quel muretto la galleria si allargava formando come
                  una stanza, una sala col soffitto a volta, tutta piena d’acqua.
                  L’acqua era ferma come un olio, nera come il catrame;
                  il cerchiolino di luce della torcia ci scivolava sopra con

                  un luccichio misterioso.
                  – Tu dici che è profonda? – chiese Ippolita.
                  – Credo di no, ma io i piedi non ce li metto, grazie!
                  – Sai cosa? Ci vorrebbero gli stivaloni di gomma.
                  – Ottimo! Torniamo domani stesso, con gli stivaloni!
                  Siamo rimaste sorprese di quanto poco ci volesse a uscire
                  dalla galleria, ora che andavamo verso il chiaro. Dopo tutto,
                  non eravamo state proprio nel centro della Terra.

                  Beatrice Solinas Donghi, Quell’estate al castello, Edizioni E. Elle




                             C
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                  	   		Perché	Ippolita	in	precedenza	era	scappata	via?
                      Come	reagisce	invece	l’altra	protagonista?
                  	   		Quale	delle	due	ragazze	ti	sembra	il	“capo	della	spedizione”?
                      Come	prosegue	la	loro	avventura?
                  	   		Perché	a	un	certo	punto	la	ragazza	che	racconta	accende
                      la	torcia?	Che	cosa	vedono?
                  	   		Che	cosa	decidono	di	fare,	poi?
                  	   		Come	finisce	il	racconto?





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