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I Romani
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Il discorso di Menenio Agrippa
ESERCIZI
1 Leggi il testo che si riferisce alla salita sull’Aventino dei plebei, poi rispondi.
Quando i plebei si radunarono sul colle Aventino per protestare
contro le ingiustizie nei loro confronti da parte dei patrizi, il Senato
si preoccupò molto. Pensò quindi di inviare degli ambasciatori con
qualche proposta di miglioramento per convincerli a tornare in città,
ma fu tutto inutile: i plebei avevano visto troppe promesse non
mantenute.
Finalmente fu inviato sull’Aventino il senatore Menenio Agrippa,
che il popolo stimava molto per la sua saggezza, il quale iniziò a
raccontare...
“Una volta le membra del corpo umano decisero di non
lavorare più per non dare da mangiare allo stomaco che,
secondo loro, si godeva i frutti delle loro fatiche senza fare
nulla. Così le gambe e i piedi non andarono più in cerca di
viveri, le mani non portarono più cibo alla bocca, i denti non
masticarono più e lo stomaco... rimase vuoto! Presto però
le membra si accorsero che, se lo stomaco soffriva, esse
soffrivano ancora di più: erano dimagrite e prive di forze.
Capita la lezione, esse ripresero perciò la loro funzione.”
I plebei guardarono il saggio senatore senza comprendere il
significato della storiella, ma Menenio Agrippa continuò...
“Così succederà anche a voi, se vi ostinerete a rimanere
qui. Voi siete le membra e, rifiutando il vostro aiuto, vorreste
rovinare i patrizi, che nella storiella sarebbero lo stomaco.
Ricordate però che anche voi avete bisogno di loro!”
I plebei capirono e decisero di tornare in città, così almeno
raccontano gli antichi scrittori. Certo, le sagge parole di Menenio
Agrippa probabilmente ebbero il loro effetto, ma più ancora i plebei
furono convinti dalle leggi approvate in loro favore.
adatt. da Tra cronaca e Storia, Editrice La Scuola
Che cosa ottennero i plebei dopo questa protesta?
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