Page 44 - LE AVVENTURE DI GIAN BURRASCA
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Pietro, il cameriere della famiglia Collalto, mi ha
guardato serio serio e mi ha detto: – La signorina
Matilde aveva cinque cose a cui teneva molto: il
suo canarino, il bel gatto bianco e nero che aveva
raccolto per strada quando era piccolino, il vaso di
vetro di Venezia che era il ricordo di una sua amica
d’infanzia, il ricamo di seta al quale lavorava da
sei anni e il tappeto persiano che le aveva regalato
un suo zio. Ora il canarino non c’è più, il gatto sta
malissimo e vomita piume gialle, il vaso di vetro di
Venezia è in mille pezzi, il ricamo di seta è rovina-
to e il tappeto di Persia è scolorito dal l’acqua che
ha invaso la camera. Signor Gian nino, come ha
fatto a fare tanti danni in così pochi minuti?
– Sfortuna, solo sfortuna! Io volevo solo dare un
po’ di libertà al canarino. È colpa mia se lui, appena
fuori dalla gabbia, ha sporcato il
ricamo di seta? È colpa mia se
Mascherino è troppo severo e
l’ha mangiato? È colpa mia
se lui ha rotto il vaso di vetro
di Venezia? È colpa mia se
non sono riuscito a chiudere
l’acqua? Sfortuna, solo sfortuna!
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