Page 210 - PAROLA DI LIBRO 5 - LETTURE
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LA MIA PROVA
50 Il ragazzo si guardò intorno senza vedere nessuno, così cominciò a pensare che
51 quella foca fosse uno spirito. Rabbrividì, ma non se ne andò, perché la fame era
52 tanta. La foca era appena sparita, così lui prese il primo pesce. Lo prese, ma non
53 lo pescò, perché quello saltò fuori da solo dal foro nel ghiaccio. Nanaq si mera-
54 vigliò, perché non aveva mai visto niente del genere. Il suo stupore fu ancora più
55 grande quando un secondo pesce raggiunse il primo sulla banchina. E poi un ter-
56 zo, un quarto e un quinto.
57 Nanaq ritirò la lenza e scrutò attraverso il foro, cercando una ragione a quel mi-
58 stero. Vide una seconda volta la sagoma della foca che passava in immersione e
59 pensò che i pesci fossero saltati fuori dall’acqua per sfuggirle. Ma raccogliendoli
60 si accorse che avevano dei forellini rossi sul corpo: erano i segni del morso della
61 foca, che li aveva catturati e poi glieli aveva lanciati.
Stefano Bordiglioni, Nanaq lo sciamano, Einaudi scuola
Rispondi e completa.
1 Dove si svolge la vicenda?
Alla periferia di una città che si trova al Polo Nord.
In alta montagna.
Lontano da un villaggio, tra i ghiacci polari.
In campagna, durante un rigido inverno.
2 Perché Nanaq lascia il suo villaggio?
Il racconto non lo dice.
Per andare a pescare.
Per andare in un posto segreto che solamente lui conosce.
Perché vuole incontrare gli spiriti.
3 Nel caso di una tempesta di vento e senza un riparo, Nanaq “... sarebbe certo morto
assiderato.” (riga 5) perché
la polvere sollevata dal vento l’avrebbe soffocato.
la bassissima temperatura lo avrebbe ucciso.
il vento lo avrebbe fatto morire di sete.
la tempesta di vento l’avrebbe portato via, chissà dove.
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